Il mio Seitai
100

TPE tre punto zero

La TPE, Tensione Parzializzata Eccessiva è un concetto Seitai veramente speciale.

  1. Tensione sta per tensione vitale (dobbiamo riabilitare la parola tensione dalla sua diffamatoria accezione negativa).
  2. Parzializzata perché è legata ad una sola e piccola zona, a volte piccolissima (perché vi stupite di questo e non dell’idea che un granello di sabbia possa bloccare un motore??!!…)
  3. Eccessiva perché ancora non ci siamo accorti della sua esistenza e quindi si accumula. E’ la luce che abbiamo dimenticato accesa, è la cosa che sfugge alla nostra mente, è il disturbo che il terapeuta per quanto ci provi non riesce a guarire…

Perché non viene da chissà quale remota zona dell’inconscio o della nostra sovra-coscienza quantica, ma è da sempre davanti al nostro naso eppure mai riconosciuta. Nasce dal nostro stesso organismo, dalla vita che lo anima in questa nostra esperienza umana e terrena, è il nostro COSCIENTE SPONTANEO.

Nato da un’intuizione geniale di Haruchika Noguchi (l’uomo che ha dato impulso alla Cultura Seitai), il concetto di TPE, che è più di un concetto, merita di diventare una nuova parola, è quel punto cardine, quella chiave di volta che sposta, finalmente e unica nel suo genere, la Cultura Seitai su un asse lontano dalla terapeutica.

Nato dalla semplice osservazione con katsugen undo e yuki, sono quelle zone che non si muovono, o rimangono inerti e silenti al contatto con le mani con yuki. Concetto innovativo in un primo momento, perché quando si sta male, è difficile pensare che sia soltanto una zona ridotta a causare quello che sembra un cataclisma.

Il neonato piange e i genitori non sanno perché: ha mangiato, il pannolino è stato cambiato… A chi verrà mai in mente che è solo un piccolissimo muscolo che sta lavorando un po’ troppo perché il bambino sta imparando a tenere su la testa, e due minuti di yuki sostituiscono una visita dal pediatra?

Geniale perché ci porta lontano dalla terapeutica, dall’analisi psicosomatica. Non è una zona malata, da curare, da capire, da integrare, ma il contrario, è la zona più viva, dove in quel momento la vita in persona sta ristagnando o si sta bloccando.

Pensate all’ansa che straripa di un fiume in piena: a chi verrebbe mai in mente di pensare che il fiume è malato??!!…

Katsumi Mamine, allievo di Noguchi e nostro mentore, ha chiarito in modo ancora più preciso, rendendola quasi scientifica, e quindi comprensibile alla mentalità nostra occidentale, il concetto di TPE lavorandolo con la ginnastica Osei (figlia dell’antiquato Taiso), rendendo più semplice e alla portata di tutti gli interessati al Seitai la localizzazione fisica, motoria e soprattutto psichica di queste zone inerti del nostro movimento e quindi della nostra vita.

Purtroppo però, il geniale lavoro di Katsumi corre il rischio, soprattutto dopo la sua morte avvenuta nel 2020, e data la comprensibile ansia dei suoi discepoli catalani di preservare il suo lascito, di cristallizzarsi e diventare un oggetto troppo razionale, e il punto debole sta proprio nella risoluzione della TPE irresolvibile se non con anni e anni di pratica; dopo una iniziale presa di coscienza di qualcosa di cui non ci rendevamo conto, avviene con la pratica una sempre maggiore e più approfondita messa a fuoco, fino al momento magico in cui, la stessa struttura spontanea risolve la tensione.

Si ritorna ai 20 anni per diventare un operatore Seitai di cui ci parla Tsuda nei suoi meravigliosi libri?

Affascinante, ma secondo me manca qualcosa. Per spiegarvelo, per farvi anche assaggiare in che direzione si muove il nostro Seitai, mi farò aiutare da questo estratto del film Attrazione fatale

e sostituite con me il concetto un po’ troppo altisonante e intimorente di TPE con quello di bisogno inespresso, vi piace l’idea? Il bisogno inespresso è quello che guida il nostro comportamento, come Alex, la protagonista femminile del film, e fin qui coincide con quello che vi ho appena esposto.

Ma ecco l’anello mancante, è l’azione,

ovvero come io cavalco le mie necessità inespresse di cui non sono ancora consapevole perché è troppo doloroso, a fare la differenza. Nel film Alex sceglierà la via della distruzione in un escalation che vi dimostra che dietro alla TPE c’è il fiume in piena della vita, ma non è l’unica possibilità, ne è solo vittima solo perché non riesce a stare di fronte al proprio desiderio vitale inespresso. L’idea di TPE come qualcosa di terrifico, misterioso, inaccessibile se non dopo anni di devota pratica fa parte del grande cambiamento che stiamo portando alla Cultura Seitai. Tale atteggiamento nasce dalla frequestazione diaria di un dojo, di un maestro, una concezione orientale che mal si adatta ai ritmi molto più intensi della Vita e limita qualcosa di veramente grandioso: molto di più di quello che si celebra. Per cui

Sconfiggi le tue paure, perché ognuna di loro rappresenta un desiderio camuffato.

Ecco perché le pratiche di seitai, il Taiso, il soho non andranno mai oltre e resteranno sterili se non le utilizziamo per fermarci e stare in questo contenuto profondo e doloroso, lasciando che la vita stessa ci accompagni scegliendo poi come agirlo…  è in questo modo che possiamo andare incontro alle nostre più profonde avversioni e avvicinarci a coloro che ci ispirano rifiuto.

continueremo…

Alberto