Il mio Seitai
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Ci stava quasi arrivando…

Fidatevi, che il Seitai sia nato in Giappone è del tutto casuale.

Infatti Sigmund Freud nei suoi ultimi anni di vita si stava interrogando sul fatto che non sia la stessa vitalità e intelligenza delle cellule a determinare la coscienza e le intelligenze.

Proviamo a pensarci su…

Se è vero che cosciente e inconscio non comunicano allora non dovrebbe esserci sofferenza. Invece se esiste, se diventiamo ad un certo punto consapevoli che so, che soffriamo degli spazi chiusi e non sappiamo come uscirne, o siamo allergici ai peli di gatto e dobbiamo ricorrere agli antistaminici è perché il conflitto esiste, ma tra due aree del cosciente: una vestita (culturale, di condizionamento, di consuetudini nazionali) e un’altra (totalmente disconosciuta)… spontanea (quella di cui si occupa Seitai). In questo modo lasciamo l’inconscio al suo posto e al suo stato naturale: lo stato di coma ne è il più chiaro esempio.

Del resto lo scambio è stato vicendevole, perché Noguchi ha sempre utilizzato parecchi termini della psicanalisi per spiegare sue certe scoperte, anche se hanno generato dei fraintendimenti, come spesso accade quando ci si muove in territori inesplorati. Una per tutte l’inganno del sistema extrapiramidale che impedisce a migliaia di praticanti di godere di katsugen undo – movimento rigeneratore – perché aspettano che ci si muova… da soli!.

Con la Cultura Seitai, la Cultura della Vita, un cerchio si chiude per sempre, la psico-somatica incontra la somato psichica, vi racconterò un giorno di come io e mia moglie Clara abbiamo risolto il trauma di una cane che ha aggredito nostro figlio

continueremo…

Alberto