Il mio Seitai
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T come “Taiheki”

Di fronte al problema apparentemente insolubile di rendere la cultura Seitai facilmente divulgabile, mi sono reso conto di tante cose che, se non sconcertanti, perlomeno sono bizzarre. Innanzi tutto che Katsumi Mamine ha passato quasi quarant’anni a rendere omaggio al suo maestro (Haruchika Noguchi), senza rendersi conto che ha creato qualcosa di nuovo e di totalmente indipendente dal suo predecessore, cosa che cerco di fare io.
Il concetto di Taiheki, per esempiom tra i più controversi per il rischio di finire dentro il calderone delle classificazioni umane e quindi diventare una modalità sterile e di “parte” verrà revisato da me in profondità. Vediamo quindi alcuni “errata corrige” prima della sua esposizione definitiva.
Sono le persone dal taiheki laterale ad essere tra le più colleriche, non quelle rotatorie, soprattutto se non viene permesso loro di esprimersi pienamente. Lo vediamo vivendo qua in Spagna, dove quelsta attitudine, normale in Italia viene qua difficilmente compresa. Chi ha un taiheki laterale spesso si considera un emarginato.
Non è vero che chi ha il taiheki rotatorio invecchia precocemente, anzi è assolutamente il contrario, è la predisposizione in assoluto più longeva, come testimoniano le regioni dove le persone sembrano vivere in eterno, la regione Basca, per restare qua in Spagna. Dove sta l’equivoco allora? Deve riscoprire il Sei, ovvero quell’enigma che è per tutti (compresi gli investigatori Seitai) e il Tai ovvero come funziona il suo organismo coordinato, sensibile alla chimica ambientale e dal fegato… recalcitrante!
Ne saprete presto di più… rimanete aggiornati!
Alberto