Il mio Seitai
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Perché è importante conoscere il proprio Taiheki e come farlo

Soprattutto per non passare il resto della propria vita nel tentare di conoscerlo. La paura/fascino di sentirsi categorizzati per alcuni porta il rischio di rendere la conoscenza di sé cerebrale, per altri il timore di perdere la percezione della sensazione.
Noguchi per esempio è stato frainteso, e il Taiheki come esposto da lui è diventato una categorizzazione confondibile tra tante altre, (l’Enneagramma, le maglie difensive della bioenergetica, i quattro temperamenti dell’ Antroposofia ecc.). Nessuno ha il coraggio di ammetterlo, ma tutti sperano di avere il Taiheki Centrale come Noguchi e di non essere un malefico “Tipo 12”.
Katsumi invece, del taiheki non ne vuole nemmeno parlare, perché il Taiheki deve essere una sfumatura unica e irripetibile dei 5 movimenti vitali, che non deve perturbare la percezione di sé e deve nascere dall’interno, dalle pratiche. Ma alla prima occasione neanche lui riesce  a sfuggire al fascino di definire il Taiheki… “Colombo indica l’America: da che parte è l’America? Chi indica con l’indice ben stirato ha un Taiheki Verticale o Frontale… oppure: “Chi arriva sempre in anticipo ad un appuntamento ha un Taiheki Centrale…

Insomma, dove sta la verità? Per noi conoscere il proprio taiheki è qualcosa di fondamentale che va conosciuto in modo preciso in modo da soddisfare totalmente la curiosità e quindi poter finalmente andare oltre, con in tasca una mappa  precisa e accurata.

Il taiheki non è una categorizzazione dell’essere umano, dove si spera di non essere un “frontale passivo“, ma un centrale dai superpoteri come Noguchi, il Taiheki non è l’individuazione di una sfumatura unica e irripetibile di cinque movimenti vitali, perché altrimenti qualcosa viene lasciato sempre in disparte e perché l’essere vivente è sempre più complesso e la Vita sempre qualcosa di più grande.
L’intuizione del proprio Taiheki potrebbe essere viziata e scambiata per una trauma della prima infnzia, il corpo di cui stiamo osservando il movimento potrebbe essere in sovrappeso, la schiena di cui stiamo tastando le vertebre potrebbe essere la schiena di una persona intossicata da qualche alimento che assume abitualmente ecc.
Il taiheki è quindi uno schema (al momento ce ne sono 6) collaudato e di buon esito per la sopravvivenza, sperimentato dai nostri antenati in 100.000 anni di permanenza sulla Terra. Forse ora comprendete perché deve essere preciso e deve essere quello… Altrimenti è come avere un trattore basso e potente per arare un terreno di montagna che si trova in un terreno pieno di enormi massi che richiederebbe un trattore dal baricentro alto e ruote molto grandi… E’ come ognuno di noi ha vissuto l’esperienza prenatale, la tempesta ormonale a cui siamo stati esposti, la storia di nostra madre (che comunque sia andata è sempre destinata alla nostra protezione) che ci farà definire il Taiheki, che sarà quello per tutta la vita. E questo essere predisposti, per chi comincia a leggere le pagine di questo nostro sito web, non significa essere predestinati, la possibilità di cambiare è sempre aperta, ma questo è un altro argomento, che non toglie l’utilità fondamentale di conoscere il proprio taiheki.
E allora perché Noguchi non è riuscito a definire correttamente il concetto di taiheki? A causa del… suo stesso Taiheki, centrale e dedito al risparmio metabolico del suo organismo che lo rende un osservatore attento e aperto al nuovo, ma che gli fa perdere il senso dell’insieme. Infatti questa attitudine, mescolata alla “giapponesità”, rende ancora oggi il Seitai indivulgabile al di fuori di un contesto ben preciso, “orientalizzate” o “terapeutico”.
E le sfumature di cui parla Katsumi Mamine? Ci voleva quindi il balzo di una tigre, lo scatto di un Michael Jordan per fare un balzo in avanti alla cultura Seitai, confrontarla col mondo occidentale e renderla indipendente. Io non conosco il suo gruppo sanguigno, ma se fosse di gruppo 0, allora Katsumi Mamine Miwa è di sicuro un Frontale/Cacciatore, virile e deciso, dall’impulso forte e innovatore, perfetto per dare un nuovo impulso al Seitai e confrontarlo con il mondo Occidentale  ma… non predisposto a periodi di tensione prolungati. Il rischio è stato quello di perdersi troppo nei dettagli.
Come si trova il proprio taiheki? Attraverso  la biometria, la misurazione e le proporzioni del corpo. Chi ha letto con attenzione i libri di Itsuo Tsuda, ne ricorderà alcune pensate da Noguchi, prima di tutte la fomosa bascula, ma anche la mascella squadrata di chi ha il Taiheki frontale (è semplicemente l’angolo che supera i 125°), o le cosce più lunghe di chi ha il Taiheki Centrale.
E’ quello che stiamo facendo; abbiamo infatti in preparazione un nuovo e rivoluzionario quaderno

che permetterà ad ognuno di conoscere il proprio Taiheki,

e che colmerà per sempre un vuoto della Cultura Seitai e ne faciliterà la divulgazione. Tutto questo accade sempre mosso dal… Taiheki. Chi vi sta scrivendo è un Rotatorio/Vedetta, la cui capacità di pensare in modo laterale gli ha permesso di scorgere cosa manca ai due protagonisti della Cultura Seitai….
A presto, rimanete aggiornati!
Alberto