Il mio Seitai
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A nostro giudizio

il più geniale contributo di Katsumi Mamine all’oggettivazione della Cultura Seitai. “Il mio bambino, quando lo porto in macchina, si sveglia alla fine del viaggio”… “Il mio no. Immediatamente prima di arrivare, e piange”. “Perché non riesci a finire quel lavoro?…“, “…perché non riesci mai a cominciare?”.
Stiamo parlando di estremi, zona media e zona penultima. Possiamo comprenderlo subito in modo divertente e utile, uno strumento di osservazione geniale.
Le 3 regioni sono i luoghi concreti dove i 5 movimenti agiscono. Verticale e frontale, per muoversi, utilizzano lo spazio tra gli estremi. Il primo in modo statico e fermo, il secondo in movimento.

Immediatamente prima e immediatamente dopo abbiamo la zona penultima, la regione circolare. Come una trottola che gira, se mi fisso sulla rotazione, abbiamo il movimento rotatorio, se mi concentro sull’impressione che sia ferma, il movimento centrale.

Grazie a questa constatazione e alla sua applicazione sul corpo, possiamo ora realizzare l’impossibile. Avviare la pratica in un istante, valutare quali movimenti funzionano di più, quali meno, quali sono bloccati o inibiti.
Grazie alla sua funzione comunicativa, alla capacità di arrivare anche al recalcitrante neurone, per nutrirlo e portargli ossigeno, il movimento laterale, sempre nel mezzo.

Comprendere il movimento, comprendere le pratiche di Seitai, non è mai stato più facile. Da dove parte il tuo movimento? Con che parte del corpo stai camminando? E’ la testa a guidare? O esiti perché qualcosa ti imedisce di avanzare?