Il mio Seitai
100

La febbre: alimentazione e pratiche curative.

Februarius, il mese delle febbri…

Così definivano anticamente i Romani quel periodo dell’anno in cui i campi e gli orti erano ancora ricorperti di neve e le scorte – soprattutto se l’inverno era stato rigido – correvano il rischio di finire. Non si poteva fare altro, se non aspettare la primavera.
E’ il periodo dell’anno dove si subisce il perdurare del freddo, la mancanza di sole, l’impossibilità di sudare, tutte che cose che costringono l’organismo a subire molto di più l’effetto delle tossine che non si potevano eliminare esternamente con il lavoro fisico e il sudore.
Oggi come oggi, più che essere i virus a scatenare la febbre e l’influenza, è l’indebolimento dell’essere umano. Chi più si indebolisce più è soggetto ai virus dell’influenza. E più l’organismo si indebolisce nello stesso momento in cui viene a contatto con il virus e più subisce pesantemente l’effetto del contatto dei virus.
Tutto sta nel capire cosa c’è da fare.

LA FEBBRE

Dott. Piero Mozzi

Quando si comincia ad avere sentore di non stare bene, prima di cominciare ad avere la febbre alta, ci sono i primi segnali: malessere, mal di testa, pesantezza, fastidio agli occhi, la tosse , il catarro, infine, poi arrivano le febbri che possono essere più o meno alte.
Cosa fare?
Prima di tutto ci si mette a riposo. A letto, ben coperti, ma in modo che l’aria che respiriamo sia fresca, con ricambio di aria (i Cinesi spalancano le finestre in casa e creano correnti d’aria quando c’è un malato…).
Ci si mette a digiuno, semmai si beve qualcosa a richiesta, ma non bevande dolci o zuccherate, non spremute, tutt’al più dell’acqua leggermente acidulata con del limone non con l’arancio.

(N.d.R.): la convinzione che le arance facciano bene perché ricche di vitamina C è una falsità. Appena arrivano le spremute di arance mandarini e mandaranci arrivano le tossi e le bronchiti, soprattutto nei bambini, che ci sia o no il virus dell’influenza)

Più che la frutta, che contiene pur sempre uno zucchero che si chiama fruttosio e  non è detto che faccia sempre bene (soprattutto alle persone di gruppo sanguigno 0),  essenziale è la verdura, è meglio un gambo di sedano o di finocchio, di scarola o di radicchio rosso, o la loro acqua di cottura (di catalogna, di cipolla che è un potente diuretico…) se proprio volete la frutta semmai la frutta secca oleosa, piuttosto che quella zuccherina, o la immancabile e benefica prugna secca.
I bambini, per istinto, quando non stanno bene, si mettono in un angolo e non si muovono e soprattutto non mangiano, se non sono gli adulti a sollecitarli a voler mangiare e soprattutto se vanno a proporgli sostanze non adeguate come il latte e i derivati del latte, o con dei dolci, allora è proprio un disastro, perché

quando c’è uno stato febbrile, qualunque siano le cause, se si introducono alimenti non tollerati, si posso scatenare delle reazioni immunitarie impreviste e non gestibili e controllabili e devastanti.

Semmai, se non si riesce a digiunare in questa prima fase febbrile, del brodo vegetale, senza patate, che non sono tollerate dalla stragrande maggioranza delle persone (soprattutto gruppo 0 e A), ben caldo, e questo è già un buon inizio per superare le prime fasi della febbre, senza andare incontro a disidratazione (anche se è difficile, a meno che non ci sia uno stato febbrile più che prolungato). Un altro antico rimedio è il brodo di pollo che è un ottimo rimedio, caldo e ben sgrassato, ma non per le altre due categorie di persone, gruppo B e AB che con un brodo di pollo si fanno decisamente del male.
Del resto queste forme febbrili, sono quelle che ci permettono di liberarci delle tossine che abbiamo accumulato nei mesi precedenti, per questo è bene assecondare i bambini che non ne vogliono sapere di mangiare e rimangono fermi e tranquilli a riposare in un angolo della casa.

Riassumendo, nelle prime fasi della febbre

Non spaventarsi, sapere che l’innalzamento termico è uno dei meccanismi naturali del nostro sistema immunitario e del nostro organismo per prendere dei provvedimenti per poter ristabilire lo stato di salute;

  1. Riposo ben coperti, ma respirando aria fresca, come fanno i cinesi :), i polmoni infatti, oltre a introdurre ossigeno aiutano il corpo ad abbassare la temperatura interna;
  2. Digiuno;
  3. Alimentazione eventuale molto blanda e leggera, decisamente meglio le verdure della frutta, o anche l’acqua di cottura (catalogna e finocchi).

Il meccanismo dei brividi che conosciamo durante uno stato febbrile è dovuto al fatto che tutta la temperatura è concentrata negli organi interni, per cui la temperatura ideale corporea è 36.2, 36.4. già 36.6 è già da considerarsi un innalzamento della temperatura e la guarigione effettiva da uno stato febbrile avviene quando la temeratura corporea si ristabilisce a 36.2, massimo 36.4. Molta gente che al mattino vede il termometro a 36.6 e fa i salti di gioia pensando di essersi rimessa, alla sera si ritrova con una ricaduta…
La febbre non va contrastata con sistemi chimici, la febbre va capita, va indagata, prendendo i giusti provvedimenti. Già togliendo l’apporto degli alimenti noi creiamo uno stato di disinfiammazione  perché tutte le febbri, bene o male, sono accompagnate da uno stato di costipazione, di infiammazione, dell’apparato digerente.
L’apparato digerente è infiammato per cui tutto il sangue è bloccato a livello intestinale. Infatti, nella stramaggioranza dei casi, lo stato febbrile, soprattutto se elevato, si accompagna anche al blocco dell’intestino. C’è uno stato di stitichezza e dunque surriscaldamento di tutti gli organi addominali , tutto il sangue è bloccato e paralizzato, lì, perché è dove c’è la maggior quantità di sangue, visti i 9 metri di tubo digerente con una capillarizzazione estrema. Il surriscaldamento provoca inoltre più tappi intestinali perché le feci si induriscono rischiando di portare la persona in teressata ad andare incontro ad un blocco intestinale. Per cui bisogna prendere i primi provvedimenti.

I PROVVEDIMENTI

4. La peretta per il clistere

Insieme al termometro, dovrebbe essere sempre presente nelle case e di certo per le persone in viaggio che si trovano a rischio di febbri per diversità di clima, temperatura e soprattutto alimentazione. Molto più utile della borsa per clistere che si appende, perché se questa è adatta solo all’acqua, la peretta è adatta anche alla soluzione acqua e olio e l’olio ha una grandissima efficacia per rimuovere le feci. Si utilizza con acqua a temperatura ambiente, non è necessario bollirla, perché l’acqua finisce in una parte del colon già stracarica di batteri, semmai non un’acqua stracarica di cloro, l’acqua naturale va benissimo. E poi si mette un paio di cucchiai per litro di olio. L’olio che si potrebbe utillizzare è quello di oliva normale, non extra-vergine, o l’olio di vinacciolo che va bene per tutti quanti e girasole (non per le persone di gruppo B e AB). Si prende la persona interessata e la si stende, meglio su un tavolo coperto da asciugamani e poi carta di giornale per evitare eventuali fuoriuscite. La posizione ideale, e questo è fondamentale, è il fianco destro. Ci si mette ripiegati sul fianco destro, perché è quello che segue a ritroso l’andamento del colon. Il colon comincia a destra, sale percorrendo destra-sinistra tutto l’addome (movimento bilaterale), e ridiscende a livello del retto. In questo modo il liquido contenuto nella peretta riesce a raggiungere la testa del colon, cosa impossibile in qualsiasi altra posizione. Per un persona adulta da 3 a 4 perette di fila, in modo da fare 600-800 cc, e poi la persona va ad evacuare. Subito dopo aver evacuato, e si saranno espulsi i primi tappi, un’altra serie, fino a fare due serie consecutive. Questo è il modo migliore e più valido per fare il clistere. E già con la pulizia dell’intestino vi garantisco che lo stato febbrile si abbassa notevolmente.
Se la febbre si prolunga per giorni vuol dire che è in corso un’intossicazione. Se non cede, si procede con il passo successivo

5. L’acqua fredda

Non certo quello di immergere la persona o fargli fare delle docce fredde, ma si prende un comunissimo asciugamano da bidè, lo si bagna con l’acqua fredda, e si fasciano a turno le gambe della persona interessata. Se è un bambino basterà un asciugamano da bidè, se un adulto un asciugamano più grande. Si fasciano e si raffreddano le gambe, e non la testa, il concetto è praticamente quello di abbassare la temperatura in zone lontane dagli organi vitali (le estremità della CVP). Portando il freddo alle gambe, come una sorta di katsugen, il corpo si mette in moto per riportare l’equilibrio termico, richiamando il sangue nelle gambe per riportare la temperatura. Il nostro corpo è governato dall’equilibrio termico e dall’equilibrio circolatorio e dall’equilibrio acido-basico. I tre grandi equilibri che governano la nostra salute e la nostra vita. L’equilibrio circolatorio è proprio questo: quando viene compromesso praticamente si produce il blocco della circolazione negli organi interni, il surriscaldamento interno e la percezione del freddo esternamente. Questo perché, anche se abbiamo l’innalzamento termico, fuori il sangue non è così presente così come lo è internamente. Ecco la spiegazione dei brividi della febbre e la fasciatura alternata delle gambe con acqua fredda. Fasciare le gambe due volte alternando e già si ottiene l’abbassamento di un grado dello stato febbrile che vuol dire molto perché se uno ha la febbre a 40, e gli viene abbassata a 39 o anche meno, è già un sollievo.
Se la febbre non passa si provvede alle…

6. Frizioni su tutto il corpo

Si mette la persona a letto ben calda, se non sente sufficientemente caldo una borsa dell’acqua calda in fondo ai piedi, con degli indumenti facili da sfilare, si prende una bacinella con dell’acqua fredda, un asciugamano, meglio uno da bidè, bagnato e ben strizzato e si comincia a sfrizionare la persona sdraiata sulla schiena cominciando da destra, il braccio e tutto il fianco destro, dalla clavicola fino in fondo ai piedi e poi ripetere a sinistra. Poi dalla parte centrale del torace giù fino all’inguine. Ogni passaggio bagnare e strizzare bene l’asciugamano. Poi si gira rapidamente la persona di schiena è molto più facile perché le braccia sono già state fatte e si ripete l’operazione, spalla destra fino in fondo al tallone, spalla sinistra e poi parte centrale. Si ricopre bene la persona e si aspetta da mezz’ora a un’ora che si riscaldi bene, e poi si ripete l’operazione, arrivando fino a 5, meglio 6 frizioni consecutive, ognuna con una pausa di almeno mezz’ora fino a ad un’ora. E questo serve, come abbiamo detto prima, per creare quel flusso di sangue che dall’interno, dagli organi interni si muove verso l’esterno. Tutto il sangue esce dagli organi interni e si porta in superficie per riscaldare nuovamente le parti che noi abbiamo raffreddato.
Vi posso assicurare che con queste 6 frizioni così intervallate, l’abbassamento termico è notevole, con un grande senso di benessere provato dall’individuo.
E la testa? Non si abbassa la febbre con la mitica pezza sulla fronte?
Non si può abbassare la febbre con la testa, perché se metto freddo in testa, arriva subito un’altra massa di sangue (per il principio di autoregolazione), per cui non si raffredda niente. Per raffreddare la testa, bisogna mettersi un paio di calze umide e fredde ai piedi, e tutto il sangue che è in alto negli organi interni, corre in fondo verso i piedi per riscaldare i piedi (la fantastica attività delle cellule della osei laterale…).
Quindi…

  1. Riposo
  2. Digiuno
  3. Clistere
  4. Impacchi freddi alle gambe
  5. Frizioni fredde su tutto il corpo

e poi, per ultimo…

7. Il cataplasma

Il cataplasma di argilla verde ventilata sull’addome. Un rimedio straordinario. Qualcosa che non dovrebbe mai e poi mai mancare in casa per la cura della propria salute e per facilitare l’autoregolazione dell’organismo e a scuola dovrebbero insegnare come fare il cataplasma di argilla.
Si prende una buona terrina di vetro o di plastica, basta che non sia di metallo, l’ideale sarebbe di legno, semmai di legno la spatola da utilizzare, si mette l’argilla e si versa sopra l’acqua fredda, si lascia impergnare e poi la si impasta e si mescola con il cucchiaio di legno, deve diventare della densità (così non vi potete sbagliare!) di un dentifricio.
Dopodiché si prende un foglio di giornale, lo si mette su un tavolo si prende un telo di cotone o di lino, basta che non sia sintetico (la carta serve per assorbire l’eventuale eccesso di liquidi) e poi si stende il cataplasma in modo regolare di forma rettangolare che abbia le dimensioni dell’addome che deve essere ricoperto, perché questo cataplasma andrà messo sull’addome, ovvero dalle ultime costole fino a livello inguinale. Dello spessore di mezzo o 1 centimetro. L’unica cosa un po’ difficoltosa è il passaggio del cataplasma, che deve essere tenuto come un vassoio, a livello dell’addome; viene messa direttamente l’argilla sull’addome della persona che è stata messa a letto ben coperta con un asciugamano sotto il bacino  per assorbire eventuale fuoriscita di acqua. Superato il primo impatto per il contatto con l’argilla e i brividi, già dopo 10 minuti l’argilla comincia ad assorbire tutto il calore e la persona avverte il calore, perché si sblocca l’accumulo di calore a livello addominale che impedisce la corretta circolazione.
Si prende poi un asciugamano e  si fascia tutta la persona intorno al tronco (meglio preparare tutto prima sotto la schiena, così il passaggio è semplice) e tenerlo per tutta la notte.
Quando c’è uno stato febbrile, al mattino, quell’argilla è come se fosse stata messa in un forno, per farvi comprendere la quantità di calore che si è liberata dal ventre, e il calore è una delle caratteristiche dell’infiammazione. Tumor, rubor e calor sono le tre caratteristiche che identificano l’infiammazione, ovvero la tumefazione, il calore e l’arrossamento.
E’ un rimedio strabiliante e finché perdura la febbre, continuate a fare i cataplasmi di argilla.


I cultori di Seitai hanno in mente i mitici articoli di Noguchi, come quello sul “Raffreddore” o su “L’arte di ammalarsi”. Questo nuovo documento a cura di SeitaiLife, ve li farà letteralmente dimenticare, per la semplicità strabiliante con cui viene raccontato l’accompagnamento del processo di autoregolazione del corpo, per la strabiliante efficacia e quel sapore di antico rimedio che ognuno di noi ha provato nella propria vita.
Grazie
SeitaiLife