Il mio Seitai
100

Katsugen, lo strumento del tempo presente

Premesse

L’ideogramma di katsugen undo significa letteralmente il movimento che sta alla sorgente; tutta via la parola sorgente ci fa correre il rischio di andare lontano, verso chissà dove alla ricerca di qualcosa da trovare.

Di fatto il movimento rigeneratore è lo strumento per stare nel momento presente.

Storia della vostra pratica

Qualunque sia la modalità con cui si avvia propria pratica di katsugen (i tre esercizi preliminari, i 5 movimenti, questa pubblicazione può esserti utile se parti da zero) questa deve portarci, qualunque sia la tua posizione, in piedi o da seduti, a interrogarci circa la nostraa consapevolezza in quel preciso istante. Il movimento prima la respirazione poi agiscono come magneti per aiutarci a mantenere e a rimanere nella consapevolezza del momento presente, dello stato reale del proprio organismo. La consapevolezza è il primo passo verso l’apertura del proprio essere. La consapevolezza corporea, semplice, del dove si è e del come ci si sente, delle tensioni muscolari in atto e della posizione a riposo assunta, ci portano in modo naturale a scandagliare il proprio fisico. Si tornano ad assumere posizioni corrette, ci si rende conto di avere un muscolo inutilmente sotto sforzo, o di essere preda di un tic da stress. Essere in ascolto di se stessi è la prerogativa essenziale per fare un buon lavoro durante tutto il corso della pratica.

Molte volte questa presa di consapevolezza inattesa ci prende alla sprovvista, soprattutto se si è nuovi alla pratica di katsugen. Questa richiesta genera risposte a volte inaspettate, irruente. Molti piangono quando prendono consapevolezza del proprio stato. Probabilmente la maggior parte degli esseri umani lo farebbe, senza sapere il perché. L’esercizio è esattamente nel porsi questo interrogativo: «perché?». Riconoscere cosa causa un’emozione senza dover comprendere è la chiave di volta della pratica. E così quando accade, quando alla domanda «di cosa sei consapevole?» ti senti franare e sprofondare chiederti perché ha valore solamente per te stesso. Non importa che sia oggettivamente valida, la motivazione è valida perché funziona. E la motivazione è sempre un bisogno inappagato.

Sei di fronte all’inizio del viaggio, hai cominciato a percepire quella che nel Seitai definiamo come TPE (Tensione Parzializzata Eccessiva) che ha lo scopo finale di offrirti gli strumenti e la spinta per dare la vita ad un nuovo essere umano.

Il Primo stadio – il te stesso adulto, è il frutto delle tue esperienze del bambino. Che ne sia cosciente o meno, gli ostacoli personali, le sofferenze e le questioni irrisolte che hai sperimentato nell’infanzia rimangono con te per il resto della tua vita. È proprio durante l’infanzia che ogni essere umano, ha esperito per la prima volta la sensazione che deriva da una privazione. Questo dolore, questo conflitto irrisolto, questo desiderio irrealizzato, inconsciamente lo spinge a fare le azioni e a prendere determinate decisioni.

Il bisogno – All’inizio della nostra pratica non siamo ancora consapevoli del nostro Bisogno primario, quindi per scoprirlo, la nostra Naturalezza Spontanea inizia a fare un percorso a ritroso, partendo da come sei Adesso e riflettendo su quale potrebbe essere il tuo opposto. Quando il Bisogno inappagato non può più essere ignorato e va in contrasto con la Persona Pubblica, si rivela la terza dimensione del tuo Viaggio: l’Errore Tragico.

L’errore tragico – Il termine è la traduzione del sostantivo greco hamartia (αμαρτία) e sembra essere stato coniato per indicare una parte innata dell’identità. Se il Bisogno è il nostro motore interno e la Persona Pubblica (noi come siamo nella realtà) il freno che gli impedisce di muoversi, l’Errore Tragico è la scelta di ingranare la retromarcia, è il potenziale distruttivo latente che sussiste in ogni essere umano.

Katsumi Mamine diceva che la Vita è Distruzione, costruzione e poi nuovamente distruzione… Quello che ho descritto non è che la premessa essenziale di un processo di conoscenza e di sviluppo potenzialmente infinito, le cui dinamiche interne cambiano ogni volta che entrate in contatto con voi stessi con Katsugen, la pratica del Tempo Presente e che questi tempi di Entropia stanno facilitando e rendendo più corposi, un po’ alla stregua delle Tentazioni di Cristo….

Buona pratica di katsugen.


Alberto