Il mio Seitai
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Come riconoscere il valore delle pratiche di katsugen undo e yuki

Basta un niente e ci proiettiamo nel futuro (bisogna pianificare, strutturare ecc.) basta un niente e ci ritroviamo nel passato (il terreno preferito dagli psicoanalisti: condizionamenti, sensi di colpa ecc.). La possibilità quindi per trovare il vero benessere e poter esprimere se stessi in modo completo sta nel poter restare nel presente. Abbiamo anche visto – riconsiderando la nutrizione come fattore imprescindibile – che anche i solitari neuroni hanno bisogno di alimentarsi, per cui se assumono sostanze non compatibili con la propria programmazione creano uno stato permanente di dissociazione o sovraeccitazione. E’ questa osservazione che ha portato Katsumi Mamine a osservare e creare il termine CVP.
Ed è da questa angolazione che scoprirete il reale valore delle pratiche di Seitai, katsugen undo e yuki:

la possibilità di rimanere nel presente e nella percezione.

Siete ad un colloquio di lavoro: al posto di proiettarvi nel futuro (se riesco ad avere questo impiego mi comprerò una casa, farò vedere a mia madre quanto valgo ecc.) o sprofondare nel passato (questo esaminatore assomiglia a quell’altro, speriamo di farcela questa volta, devo stare attento a non farmi sfuggire quella cosa ecc.), vi concentrate sulla percezione. Annusate l’aria, osservate i colori, i vestiti, rimanendo nel presente e lasciando quindi fluire la vita.
A nostro giudizio si è perso il valore delle pratiche di Seitai limitando la divulgazione perché si è portata un’eccessiva attenzione sulle pratiche stesse quando in realtà si tratta solo di esercizio di presente, di poter aumentare e incrementare la concentrazione, (attraverso l’approfondimento della respirazione) unica possibilità – visti i tempi e i cambiamenti economico sociali che ci attendono – per ritrovare la propria libertà.