Il mio Seitai
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Breve storia del Seitai, nascita dei nuovi concetti

(Traduzione italiana del testo del documentario su Seitai in corso di lavorazione)


Quando il movimento si esaurisce, la vita si spegne. Viviamo grazie al nostro movimento spontaneo: quello stesso che ci ha fatto nascere, crescere e che ci mantiene vivi.

La fonte della vita sta nell’ampiezza del movimento e della respirazione. L’obiettivo della cultura Seitai è quello di ripristinare il movimento spontaneo di ogni individuo con la respirazione naturale, fondamento della propria vitalità.
Lo studio del Seitai ci mostra come il movimento spontaneo ha strutturato il nostro organismo con una precisa e assoluta interrelazione tra gli aspetti fisico, biologico e psichico-mentale.
Fu Haruchika Noguchi a rivelare come questa struttura, comune a tutti i vertebrati, è opera di cinque movimenti universali in più e in meno.
E a fondare il Seitai: organismo in ordine.
In seguito al terribile terremoto che devastò la città di Tokyo nel 1923, a un bambino di un quartiere povero, venne l’idea di assistere, con il semplice contatto delle proprie mani, migliaia di persone colpite.
Dal momento che miglioravano e guarivano da disturbi e malattie, la sua fama cominciò a diffondersi.
Solamente due anni più tardi, a quindici anni, Haruchika Noguchi curava la salute dell’imperatrice del paese del sol levante così come quella di migliaia di persone.
Allora il giovane fece una riflessione sorprendente:
“Se tutte le persone migliorano, non è perché io le curi. Ognuno ha la capacità di vivere e guarire però, in qualche modo, questa si indebolisce. È suffuciente che ciascuno impari a seguire e coltivare questa capacità.”
Osservando la vita con occhi tanto limpidi, Noguchi intuì che nella moltiplicità di movimenti con cui ogni essere umano esprime la propria vita, doveva esserci una struttura basica di fondo;
inoltre, notò che il movimento fisico che nasce spontaneamente dall’organismo, se si manifesta spontaneamente, comporta anche una manifestazione psichica o mentale corrispondente.
Fedele a questa intuizione e senza conformarsi alla posizione che aveva raggiunto come terapeuta, Noguchi seguiva quotidianamente tra le 50 e le 250 persone e studiava sia le moderne conoscenze Occidentali quanto il sapere millenario Orientale, per trovare la spiegazione all’efficacia di ciò che faceva.
Tuttavia, non trovando risposte, non gli rimase che continuare la sua minuziosa osservazione su come si manifesta spontaneamente il movimento della vita nell’essere umano e come si realizza l’interrelazione delle diverse attività vitali, che agiscono in modo inseparabile.
Dopo due decenni di intenso lavoro, finalmente potè rendersi conto che i molteplici movimenti che aveva osservato erano la manifestazione di cinque movimenti universali.
SEITAI è una cultura della vita-salute che promuove l’espressione dell’io spontaneo. Come? Coltivando l’ampiezza di cinque movimenti basilari della vita, gli stessi che ci hanno fatto nascere, crescere e che ci mantengono in vita.
Nel 1945, sicuro della solidità di ciò che aveva scoperto, Noguchi cofigura la sua attività, che fino ad allora era chiamata “Associazione per la conservazione della salute con metodi naturali”, con il nome di SEITAI: “corpo o organismo regolato nel suo complesso”.
Nello stesso anno, la fine della Seconda Guerra Mondiale e la sconfitta incondizionata del Giappone portarono un rinnovamento in grande scala di molti aspetti della società nipponica;
Tra cui la volontà di fermare e persino vietare l’attività terapeutica tradizionale per adattare il paese ai metodi occidentali.
Per la prima volta, si formò un consiglio di maestri di diverse metodiche terapeutiche tradizionali e Noguchi ebbe un ruolo decisivo come portavoce di tutti, ottenendo di considerare l’attività tradizionale come terapia alternativa a quella della medicina moderna.
Allo stesso tempo sentiva che le proprie scoperte sulla struttura del movimento spontaneo non dovevano risiedere nell’ambito terapeutico, poiché rivelavano qualcosa di ben più fondamentale per la vita.
Per questo, tra il 1954 e il 1957, realizzò qualcosa di inaudito: registrare l’attività SEITAI come Fondazione Culturale.
Pochi anni dopo, all’inizio della decade del 1960, un gruppo di giovani tra cui il suo primo figlio, Hirochika, e Katsumi Mamine, un giovane studente all’Università Statale di Arte di Tokyo, formarono il primo gruppo di osservazione e studio del taiheki: ogni persona nasce con il predominio di alcuni dei cinque movimenti.
Mamine si trasferì a Barcellona, guidato dal suo talento artistico, per iniziare la ricerca della sua creatività personale e dopo tre anni, sentì di aver integrato ciò che aveva appreso da Noguchi.
Tornò in Giappone per chiedere a Noguchi la possibilità di un apprendimento più approfondito. Per un anno e mezzo, ebbe il privilegio di osservare ogni giorno il lavoro di Noguchi mentre riceveva i suoi clienti per dieci ore al giorno e inoltre ricevere un addestramento speciale a tarda notte.
Nel 1975 Mamine ritornò a Barcellona e la sua attività si stabilì in un nuovo centro che è la sede attuale di SEITAI Barcellona.
Il 21 giugno del 1976 muore Haruchika Noguchi. Allora Mamine comunicó a Hirosuke, il terzo figlio di Noguchi: “Adesso tocca a noi”.
Negli anni a seguire, l’attività SEITAI a Barcellona incrementò in modo considerevole e Mamine sentì la necessità di realizzare un cambiamento nel linguaggio di Noguchi.
Si rese conto che era imprescindibile creare una parola che rappresentasse la struttura che la vita ha formato per esprimersi.